lunedì 21 dicembre 2009

To live...Vivere (Engl.,It.)



Una delle cose più difficili del vivere è il fatto di sentire di vivere davvero.
In Africa questo problema non si pone, perché la lotta è quella costante contro le malattie e la fame quindi le aspettative rimangono molto basse. La maggior parte delle persone ha l'obiettivo di sopravvivere, altri salgono a quello di comprare cose -vestiti, scarpe e cellulare-o costruire una casa.
A pensarci così sembra che l'Europa e la nostra realtà sia lontana anni luce da tutto ciò ma se guardiamo meglio anche da noi molti hanno l'obiettivo costante di trovare il cibo da mettere in tavola ogni giorno, il lavoro per mantenersi e poi, la maggior parte, è alla ricerca costante di vestiti e gadget vari mentre pochi -certo più che in Africa- sono alla ricerca di ben altro.
Mi trovo spesso a discutere con me stessa o con altri della felicità che si guadagna attraverso la realizzazione, dell'assenza di tempo per le molte cose che ameremmo fare, per le persone che amiamo, per tutto quello che insomma ci dà vera felicità.

Penso spesso a come si viva, a volte, con una maschera che ci si mette addosso all'inizio e che dopo è difficile togliersi.


Ho avuto la fortuna di conoscere in questo ultimo anno molte persone che hanno deciso, intorno ai 30 anni o dopo, di buttare questa maschera che gli calzava stretta.
Non che tutti portino una maschera, anzi forse si, ma è la maschera che ci si costruisce e quindi, se fatta bene, piace...per altri è diverso, dentro brucia qualche cosa che non ha ancora trovato un foro di sfogo verso l'esterno, pesano errori, e forse assenze e quindi, piano piano, tutto comincia a divenire sfocato, perdere di senso e il soffocamento è letale.
Quelli che ho incontrato hanno deciso di mollare tutto per andare oltre e trovare la propria strada, molti di questi hanno trovato la propria risposta nell'aiutare gli altri. 


Molti professionisti, produttori di beni e capitali, software, etc. che ad un certo punto hanno sentito la propria produzione come sterile e quindi si sono dati un punto e a capo da soli.


Mi sembra che Verga facesse l'esempio delle ostriche, ancorate ad un scoglio ma in pericolo di essere trasportate via dalla corrente. La loro sopravvivenza dipende da quell'ancoraggio, che per Verga è il rimanere legato all'idea di famiglia, casa, tradizione e cultura. Il distacco, il voler alzare la testa, rappresenta il rischio.
Secondo me, invece, nella vita ci si può muovere come ostriche, che se perdono l'appiglio sono semplicemente trascinate via o come pesci, che sanno andare con o contro la corrente.
Chiaramente non è facile, e chiaramente non è cosa da realizzarsi da un giorno all'altro ma, certo, nel momento in cui tutto sembra starci davvero stretto, forse è il caso di mettere un punto e prendere una pausa per riflettere dove e come si stia andando.


(in coda un articolo in italiano su una donna che mi ha colpito molto, si commenta da solo)


.-.-.-
I think that in the life the most difficult thing is to really live the life.
Here, in Africa, "to live" means often just to survive to death, diseases and hungry. Just few time the expectations can go up to something more but, mostly, it is to have an house or buy clothes, shoes and mobile.
Where is it the difference with our societies?
Not so big i think. Many of us fight against hungry and to mantein-find a job, to have more clothes and things like this...just few look up to something else.
I found often myself discussing about happiness and how to get it through the realization of ourselves.
In this last year I had the possibility to meet some persons looking for it. They decided to change life because they found themselves closed in a mask that before was "right" but now it is not.
Many persons build their mask day after day and they are comfortable in it. Others discover one day that it is too strict and they can not breath. That's why at 30 as well as 40, 50 or 20 years old, they are looking for something different..and many time the answer is to be useful for the others.
Many of them are businessmen or professionals, they produced good and money, software, etc. but they realize that it was just a sterile production. The decide to stop and push "enter", to go forward.


It is important, sometimes, to stop, breath and look around and inside to check if everything is OK, if we are always loving what we actually are, and have the courage to change if we dislike.
In the life you can be like something washed away by the water of a river or  a fish, able to move up and down in the water, and able to resist or use the water flow.
It is not easy, but i think it is possible.




Dal Corriere della Sera 21 marzo 2009:
«Mia figlia morì per curare i bambini africani e fu lasciata sola»
«In 50anni nessuno ha cercato una cura per quell'epidemia che fece tantissime vittime, tra cui lei»
di Gian Guido Vecchi
LUANDA (Angola) – «Io accuso l’Europa, che sapeva ma in cinquant’anni non ha cercato una cura. In quell’epidemia morirono tantissimi bambini. Ma vede, questi bambini, tutte queste persone sono considerate di seconda categoria perché vivono qui, in Africa. Questo atteggiamento non è cristiano e non è umano». La signora Gabriella ha i capelli argentati e lo sguardo di sua figlia, una luce dolce che brilla dietro le lenti bifocali. «Maria diceva: se muoio in Africa, lasciatemi dove sono». La dottoressa Maria Bonino morì il 24 marzo del 2005 e l’indomani, Venerdì santo, la seppellirono in un cimitero angolano. La sua storia commosse l’Italia e il mondo: pediatra, volontaria dell’associazione “Medici con l’Africa Cuamm”, era responsabile del reparto infantile dell’ospedale di Uige e da mesi lavorava giorno e notte per assistere e cercare di curare i bambini colpiti dall’epidemia di febbre emorragica che infine, per stare vicino ai suoi bimbi, avrebbe ucciso anche lei: virus di Marburg, simile all’Ebola. E’ la prima volta che la madre trova la forza di venire in Angola, si avvicina l’anniversario e andrà a trovare Maria al cimitero. Racconta la sua storia nel centro Cuamm di Luanda, accanto a sé i volontri e don Luigi Mazzucato, per 53 anni direttore dell’associazione nata nella diocesi di Padova, la prima ong sanitaria (www.mediciconlafrica.org) riconosciuta in Italia, la più grande nella tutela della salute delle popolazioni africane.

L'INCONTRO DELLA MADRE CON IL PAPA - Sabato mattina la signora Gabriella ha incontrato Benedetto XVI nella chiesa di São Paulo, dopo la messa. E domenica il Papa, nell’incontro con i movimenti cattolici per la promozione della donna, citerà ad esempio la testimonianza e il sacrificio di sua figlia. Parlando con i giornalisti, nel volo verso l’Africa, Benedetto XVI aveva invocato «una vera amicizia verso le persone sofferenti, la disponibilità anche con sacrifici personali ad essere con i sofferenti». La signora mormora: «Oso dire che Maria è stata spinta da un esperienza interiore, sa, in famiglia siamo cattolici praticanti; anche il papà, che era medico, diceva sempre: bisogna dare, fare, ricordarsi degli altri». Sospira, fa un pausa. «Io sono solo un’insegnante in pensione», alza le spalle, e viene da invidiare i ragazzi che per decenni l’hanno avuta come professoressa di greco e latino. Dolce e forte, la signora Gabriella.

«NESSUNO AIUTO MIA FIGLIA» - «La cosa più triste è che Maria aveva previsto che stava per accadere una cosa così grave. I bambini morivano senza motivo. Lei cominciò nell’ottobre 2004 a segnalare i primi casi sospetti, fino a febbraio del 2005 nessuno si fece vivo». Furono mandati campioni anche in Usa e Sudafrica. Solo il 22 marzo, due giorni prima della morte della dottoressa, e quando già erano morti almeno 80 bambini, secondo le cifre ufficiali, fonti ministeriali segnalarono che “da un preliminare rapporto Oms si escluderebbe l’Ebola, mentre si indica che dai sintomi riscontrati si possa trattare di “febbre di Marburg”. Solo che il virus di Marburg era stato individuato dal 1967 nell’omonima città tedesca. La signora Gabriella alza lo sguardo, la sua denuncia è netta: «Sì, io mi sento di accusare enormemente l’Europa. Allora, nel ’67, erano morti tre tecnici, mandarono i campioni ad analizzare. In quarant’anni non fecero nulla. Era un virus dell’Africa, che importa all’Europa? La cura non serve. Anche Maria denunciava questa indifferenza». Ne sapeva qualcosa, dopo aver lavorato come volontaria per quasi undici anni con “Medici per l’Africa Cuamm” tra Tanzania, Burkina Faso, Uganda, Angola. Nell’epidemia del 2004-2005, ufficialmente, morirono 102 bambini, «ma Maria parlava di almeno un migliaio di casi». Oggi, racconta, i suoi vecchi compagni di scuola hanno creato una fondazione (www.fondazionemariabonino.it) che prosegue la sua opera. «Sa, mia figlia aveva il carattere tenace di noi biellesi. Alla fine della sua vita, quando ormai stava morendo, ha lasciato scritto: credo di aver realizzato il sogno della mia vita».





mercoledì 2 dicembre 2009

Lettera aperta


Buongiorno a tutti
eccomi qui di nuovo. Sono tornata dal viaggio nel nord del paese sabato. Il viaggio è stato lungo ma come al solito pieno di bei paesaggi e cose da vedere. La città di Mbanza Congo è una città di fango più o meno, o così mi è sembrata...la pioggia in questa stagione cade che sembra un diluvio e stando nelle case-baracche dal tetto di lamiera non ci si può neanche parlare...ho fatto la prima notte mezza insonne per la pioggia che sembrava portar via tutto. Il viaggio ha anche rivelato i mille problemi di questa organizzazione che non sa scegliere i lavoratori locali, quindi uno si è ubriacato – ma non era pericoloso solo comico- e un altro si è fottuto un sacco di soldi del viaggio. Li gestiva lui perchè in teoria lavora nel progetto da più tempo, ed è “più serio”, ma si è fregato molti soldi con grande disinvoltura e gli altri si sono arrabbiati perchè...non ha diviso un po' con loro...eh eh eh con queste teste il progetto non va molto avanti secondo me e d è per questo che la mia leader ci lascia, ma starà sempre in Angola, e non si sa chi verrà.
Io non sono preoccupata per questo, il progetto si bloccherà perchè Lina aveva contatti e tutto ma siccome io mi sto dando da fare con altre cose e me ne frego un po', basta che mi diano quei pochi soldi che mi danno ogni mese e vaffanculo.

Arriviamo alle cose importanti.
Ieri sono finalmente riuscita ad incontrare due persone, un'infermiera in pediatria capo di un posto di salute in una zona periferica e un prete missionario -credo sia cappuccino- angolano ma che ha studiato molto a Padova e in Sardegna.
Ieri è stata una giornata intensa.
Due persone fantastiche, differenti dalla maggior parte degli angolani dei quali non è facile averefiducia.
La signora sta cercando di diminuire la malnutrizione usando la soia, invece che la manioca, che come vi ho detto qui mangiano sempre ma non ha proprietà nutritive importanti. Tra l'altro utilizza altre piante locali per migliorare le condizioni dei sieropositivi e il trattamento della malaria.
Adesso come adesso però manca di sementi e qui tutto è carissimo e la soia non è prodotta e deve essere importata da un'altra parte del paese -e il trasporto è caro-. Tra l'altro hanno una maternità ma non hanno un ecografo.
Insomma ho fatto la mia solita domanda: come posso essere utile? Le servono i semi. Li sto trovando, alcuni già li ho procurati e devo organizzare un micro progetto -ma qui è tutto lentissimo e così “falso” e così dipe3ndente dal rapporto che si ha con le persone- per distribuire degli alberi etc...ma dipende davvero da alcune cose che con lo sviluppo non c'entrano nulla.
Le zanzariere da distribuire alle donne incinte le ho già trovate, le ho chieste a lina e ne ho duecento, che sono nulla, ma fanno qualche cosa per cominciare.
Poi ho incontrato Padre Eduardo, nella sua missione. Abbiamo parlato molto, mi ha mostrato la missione, dove ci sono una scuola, una maternità, un posto di salute -un'infermeria più o meno- dove ci sono dei medici volontari che vengono in certi orari, e la casa delle suore -4 portoghesi- e alcune novizie locali.
E poi la casa del prete dove in un dormitorio e in un garage dormono 19 ragazzi dai 7 ai 16 anni, più un vecchio. Accusati di essere “fetiçeiros”. Qui si pratica la magia nera, some in tutta l'Africa, e il “fetiçeiro” è la persona che ha ingaggiato uno stregone, o ha fatto una magia direttamente, per far morire o succedere qualche cosa di brutto a qualcun altro.
Significa che sono stati accusati di aver fatto morire qualcuno o etc etc...di essere stregoni più o meno.
Le conseguenze? Venivano picchiati dalla famiglia, verrebbero uccisi dalla tribù a bastonate o altro...anche dalle madri o dai padri.
Quindi la soluziona è il Prete, che ora non ha più posto e non può accettarne più , e siccome non ha posto per le ragazze non può accettarne ma chissà quante ce ne sono.
I ragazzi dormono e mangiano e vanno a scuola lì, ma non escono da questo compound...perchè hanno paura di essere uccisi.
La verità? E' che l'Africa è ancora arretrata e piena di credenze assurde...ma del resto quanti di noi vanno a farsi fare le carte o il malocchio??

Il piccolo Pedrito, 7 anni, ha visto il padre suicidarsi davanti ai suoi occhi e ha delle turbe mentali -e ci credo! Il padre si è sventrato oltretutto-, poco tempo dopo il fratello è morto e questo l'ha sconvolto ancora di più...e la famiglia l'ha accusato di essere il colpevole di tutto ciò e la sua unica salvezza è stato Padre Eduardo.
Un altro ha crisi epilettiche e questo ha fatto si che fosse accusato di essere posseduto.
A volte sono le stesse famiglie che li portano nella missione, a volte solo un fratello o uno zio o qualcuno che ha un po' più di buon senso e non vuole vederlo morto. Come mi ha detto il Padre dopo fanno le orazioni etc etc...ma molti non vengono più a visitare i figli -un ragazzino ha smesso di palare- e nessuno paga niente.
Il Padre li alimenta con le elemosine domenicali e alcune offerte di Ngo, imprese o senso di carità di chi passa e conosce il posto ma qui è tutto carissimo, il cibo prima di tutto, l'acqua non arriva nella missione, e alcuni bambini dormono in due su un materasso solo -alcuni che vogliono stare più isolati dormono in una specie di garage senza porta,letti e finestre-...vi lascio immaginare.

Ho chiesto anche a lui quello di cui ha bisogno, come mi ha insegnato un signore che c'era in UK, un camerunese che ha studiato e vissuto per anni a Perugia-coincidenze- e fatto il mio stesso percorso nel College - John-,e mi ha risposto “cibo”.

Adesso come sapete le mie disponibilità economiche sono più che ridotte allora la mia idea è stata questa...andrò a batter cassa da alcune grandi imprese petrolifere etc che ci sono qui, ho il nome di alcuni italiani e vediamo se riesco a scucire qualche cosa, in verità la crisi economica chiude le borse di tutti quanti ma, diciamolo, il profitto è solo calato non finito del tutto...quindi vediamo, sarà un salto nel vuoto perchè non li conosco, ho solo i nomi e per avere un appuntamento ci vorrà una vita.

La seconda cosa è organizzare un'adozione a distanza, e in questo avrò bisogno di voi.
La vita di ogni bambino, comprensivo di scuola etc costa circa 700 dollari americani all'anno, lo so che per l'idea di Africa che abbiamo questo è molto ma credetemi che l'angola è un paese pazzo. I prezzi dei cibi sono alle stelle, costano come, e se non più dell'Europa.
Ad esempio un litro di olio di soia costa 250 kwanzas la moneta locale, 2,50 dollari!!!!
Cento dollari americano -la moneta ufficiosa- sono cambiati in banca a 820KW..niente..al mercato nero si può arrivare a volte a 950 -il massimo prezzo da quando sono qui- ma molte volte a 850 o 900..insomma ci si perde un sacco e le fluttuazioni del dollaro sul mercato internazionale fanno si che i prezzi del cibo, della benzina etc salgano...senza poi scendere più.
Quindi in verità 700 dollari sono nulla...un sacco di riso -credo più di 20 kg- costa tra i 50-60 dollari, un pollo costa 3 dollari ma senza cosce e molte volte non intero, le uova hanno un prezzo assurdo dalle 30 alle 45 KW cada uno...significa quasi 50 centesimi ognuna. Calcolando il dollaro e l'euro vi fate un'idea del prezzo di tutto.

Da qui l'idea di creare un'adozione a distanza, il prezzo sarebbe di 60 dollari al mese, ma siccome mi sembra forse elevato ho pensato che a volte possiamo fare mezza adozione. L'impegno dovrebbe essere per 12 mesi.
Sto elaborando un foglio, devo scattare delle foto etc etc ma mi piacerebbe sapere già da adesso che ne pensate.
Molti di voi hanno un reddito, alcuni stanno studiando ma hanno una famiglia alle spalle...e da quando sono qui mi sono resa conto che siccome siamo nella parte fortunata del mondo non ci rendiamo neanche conto di quanto spendiamo e come. Allora se un bambino qui vive con 60 dollari al mese, certo non va al cinema non compra vestiti non compra giochi non compra cibi particolari e fa solo tre pasti al giorno, noi spendiamo 60 dollari -che sono circa 60 euro- in un nulla.
Volete esempi???
Ve ne faccio con me stessa:
se vado dal parrucchiere -una volta l'anno, ma molti ci vanno una volta al mese almeno, spendo intorno ai 100 euro-; se vado dall'estetista una ceretta totale costa 22 euro -se non di più-; se fumo spendo intorno ai 5 euro, e chi fuma molto compre un pacchetto ogni due giorni o ogni giorno; se vado a cena fuori spendo dai 20 ai passa euro -dipende con chi e dove...ma molti di noi hanno bevuto vino per 50 euro a bottiglia e mangiato filetto per 30 euro al piatto-; se vado fuori a far serata si possono spendere 60 euro in una notte -i veglioni di capodanno o dei ceri costano 100 e passa euro-; se vado al mercato ogni martedì -sabato ad Adria...non ricordo che giorno a Palermo- facilmente spendo 10 -20 euro in cose che sono di assoluta-necessità-sì-sì-sì...insomma inutili vestiti che tanto già ho due armadi pieni di roba.
Potrei andare avanti per ore ma ho pena di me stessa e del sistema.
Chiariamo non condanno, non accuso e niente del genere, mi mancano i miei vestiti nell'armadio, la mia doccia calda, e le mie scarpe con il tacco, lo spritz con gli amici e la cena fuori, ma a parte ciò credo davvero che nel momento in cui si incontra qualcuno che necessita non ci si possa tappare gli occhi.

Questo Prete è uno dei pochi angolani che mi ha ispirato vera fiducia, con il suo lavoro le sue parole e il modo che ha con i bambini e per quello che mi ha detto...”imparato da frate..-non ricordo il nome un italiano cappuccino morto in un incidente aereo qui-...lui mi ha detto..comincia a raccogliere questi bambini poi vedrai come mantenerli..”.
Da quando sono qui ho avuto due settimane di malaria, una di tifo, sto lottando con mille persone, con l'igiene e con l'approvvigionamento di acqua potabile e non, solitudine, povertà e abusi, ma non ho mai pianto. Oggi è completamente differente.

Sembra retorica ma si avvicina il Natale, a dire la verità non so dove lo passerò -forse con altri DI- né sembra natale, con caldo afoso e tutto fiorito, pochi alberi di natale iper-finti che ho visto in giro e assenza di regali e soprattutto famiglia e amici...a dire la verità, a parte la famiglia e gli amici, non me ne frega niente del resto, che trovo ormai da un po' abbastanza soffocante e finto. Ma pensavo negli ultimi giorni che è quasi natale e che normalmente sto per tornare a casa dall'università o altri posti, trovo la stufa accesa, l'albero con le luci e il calendario dell'avvento che adoro...e ieri ho incontrato questa persona e tutto ha cambiato di senso, perchè che a me non me ne freghi niente ok ma che si possa fare qualche cosa per gli altri mi sembra quasi un modo per riscoprire davvero una festa che ha perso di senso oramai da tempo, almeno per me.

Quindi adesso lascio a voi la parola e vi mando un abbraccio collettivo, io sto bene...

Rosa Chiara

lunedì 23 novembre 2009

New idea of WC without water flush


That is a long time that I'm discussing with different persons the idea of a WC without use of water flush, already developed in some “advanced” countries like whom in North Europe, and now I received a nice article related that I want to share with you.
The issue of water is really big if we consider that a part of the word -the biggest part- is leaving with no access, or limited access, to water..and not just drinkable water but water in general!!
Here, in Africa, the issue is even bigger, because many areas depend from the rainy season to have water for agriculture and also to wash, drink, etc etc....and to fill-in the under-land water canals.
Thanks to climate change, rainy seasons are always smaller and we can say that it is an African plague.
So I think that the idea of reducing the use of water is an important point to develop in Africa and every where, because :
1- the water is a limited resource -not renewable-
2- the bigger users of water is the Occident – and the biggest part of this water is used in an incorrect way and not recycled-
3- the “butterfly effect” links all the parts of the world, it means that if we finish the water in Europe that will affect Asia, Africa, etc etc and vs.
In the reality it has already started with an unknown process of African's water resource privatization, leaded by private non-African companies.
So what is it this idea of new WC?
The idea is based on the environmental principle of recycling everything that it is possible to recycle...it means almost everything!!!! Also human feces -sheet and pee:)-.
How can we do?
Using an alternative WC that looks totally the same of the “normal” one - you will sit comfortable and take a rest- but instead of being linked with the normal sewage, it will be linked with a “reservoir” - big hall...or composter-, and will be “washed” with a mix of soil, cinder, etc., to start a composting process.
The result is that, after one year, you can download the hall and use the compost to fertilize and growing plants.
Of course you can have different standard of this new WC, it depends from how much you can and want to spend. You can have one that mix and throw soil automatically inside -as a normal water flush- but also you can build a simple latrine, that will be filled up with all this mix of soil and feces and, after one year, the external structure will be removed and in the compost you will be able to plant -directly- fruit trees, etc.
I know, I know that the idea is disgusting...the idea of water that we have is that “just” water can wash and pushing away bad smells and dirtiness...but it is not true!
This is a no-smelling process, because the soil,
and the cinder -sometimes also leaves- make a mix that transform the feces in organic compost...it is the same of making a normal compost with organic kitchen waste.
It is a big answer to water problem of developing countries.
For example here in the school where I leave – it is a College to train teacher for rural areas- they built normal toilets - maybe with the hope of having normal water distribution or maybe just to waste a lot of money ?!- and the problem is that you have not water in the water flush but instead you have to put water with a bucket.
The idea of the normal WC is that about 20 Lt of water arrive on the feces with a big pressure and impact...and I can tell you that to make the same thing with the water from a bucket you have to work a lot!!! Considering also that the wheel is far from the house and you waste a lot of energy to collect it, you can understand that to go to toilet is not an easy issue!
The possibility of using a ecologic-WC will be the best solution of this water-energy-wasting process.

But there are other reasons: first of hall the hygiene.
In general, at least in the north of Angola, the villages have not latrine or toilets, not only the houses but in general...there are not toilets...meaning everyone goes to the “bush” - the “savanna”...open space- and defecate...instead to pee, for the men, every place is good...included near door's houses.
So the idea of building latrine, and use them, is really important to reduce the impact and spread of epidemic diseases as cholera, typhus, etc...that here, on malnourished person, can cause death.
The second point is that if is already long and difficult the process to convince village administrator, local administrator - “soba”-, people to help to build and use it...the best is to optimize the process and create a ecologic-latrine to create compost.
Let's now enjoy the article... :)

DEVELOPMENT: FAREWELL TO "FLUSH AND FORGET"
Analysis by Lester R. Brown*

WASHINGTON (IPS) - In urban settings, the one-time use of water to disperse human and industrial wastes is becoming an outmoded practice,made obsolete by new technologies and water shortages.
Water enters a city, becomes contaminated with human and industrial wastes, and leaves the city dangerously polluted. Toxic industrial wastes discharged into rivers and lakes or into wells also permeate aquifers, making water -- both surface and underground -- unsafe for drinking. And their toxic wastes are destroying marine ecosystems, including local fisheries.
The time has come to manage waste without discharging it into the local environment, allowing water to be recycled indefinitely and reducing both urban and industrial demand dramatically.
The current engineering concept for dealing with human waste is to use vast quantities of water to wash it away, preferably into a sewer system where it will be treated before being discharged into the local river. The "flush and forget" system is expensive, water-intensive, it disrupts the nutrient cycle, and it is a major source of disease in developing countries.

As water scarcity spreads, the viability of water-based sewage systems will diminish. Water-based sewage systems take nutrients originating in the soil and typically dump them into rivers, lakes, or the sea.
Not only are the nutrients lost from agriculture, but the nutrient overload has led to the death of many rivers and to the formation of some 200 dead zones in ocean coastal regions. Sewer systems that dump untreated sewage into rivers and streams are a major source of disease and death.

Sunita Narain of the Centre for Science and Environment in India argues convincingly that a water-based disposal system with sewage treatment facilities is neither environmentally nor economically viable for India. She notes that an Indian family of five, producing 250 litres of excrement in a year and using a water flush toilet, requires 150,000 litres of water to wash away its wastes.

As currently designed, India's sewer system is actually a
pathogen-dispersal system. It takes a small quantity of contaminated material and uses it to make vast quantities of water unfit for human use, often simply discharging it into nearby rivers or streams.

Narain says both "our rivers and our children are dying." India's government, like that of many other developing countries, is hopelessly chasing the goal of universal water-based sewage systems and sewage treatment facilities -- unable to close the huge gap between services needed and provided, but unwilling to admit that it is not an economically viable option. Narain concludes that the "flush and forget" approach is not working.

This dispersal of pathogens is a huge public health challenge.
Worldwide, poor sanitation and personal hygiene claim 2.7 million lives per year, second only to the 5.9 million claimed by hunger and malnutrition.

Fortunately, there is a low-cost alternative: the composting toilet.
This is a simple, waterless, odorless toilet linked to a small compost facility. Table waste can also be incorporated into the composter. The dry composting converts human fecal material into a soil-like humus, which is essentially odorless and is scarcely 10 percent of the original volume.

These compost facilities need to be emptied every year or so, depending on design and size. Vendors periodically collect the humus and can market it as a soil supplement, thus ensuring that the nutrients and organic matter return to the soil, reducing the need for fertilizer.

This technology reduces residential water use, thus cutting water bills and lowering the energy needed to pump and purify water. As a bonus, it also reduces garbage flow if table waste is incorporated, eliminates the sewage water disposal problem, and restores the nutrient cycle.

The U.S. Environmental Protection Agency now lists several brands of dry toilets approved for use. Pioneered in Sweden, these toilet (END)

Going around between Sumba and Quelo...



Some days ago I had to visit the schools in other villages really far from the center, in an area called “mato” meaning “rural area” or -better- “simply nothing”. The phone stop to work just out of the town and the asphalt stop as well, so you start to drive on a soil-street where the rainy season dig enormous halls and makes waves...it means that you start a rally.
Really nice if you have a pick-up...quite difficult if you are in bicycle or motorcycle...hopefully i had it!
The north of Angola -where I'm- is full of different landscapes.
I had 8 hours of wonderful going around, passing through forests of trees and palms, vegetation unknown -for me of course-, the Congo river -that someone still call Zaire-, and the plane, completely empty “savanna”...where you can find just grass, some small trees and these incredible “land-mushrooms” that came out from the ground.
I didn't know what they were...i had to ask, and the driver kindly stopped to show one of them.
They are the house of salasè -as they call the termites-, he just remove one of them to show the small insects at the bottom and after he putted it back.
The insects build an house that seems a mushroom, with the cylindrical base and a roof like mushroom's hat.
In reality, after the first floor they continue to build “mushroom on mushroom” and at the end the house is very big and looks just a nice-big-soil-small mountain.
The strange thing is that the land is full of these houses....you can see them regularly distanced everywhere.
The villages are far one from the other, in same areas there are no “povo” - population in Portuguese but I think that the correct meaning is more linked with “tribe”- because the soil is not good for cultivation or just because the war pushed them in more difficult part to achieve for the militias-soldiers.
The school are sometimes from the 70's, still from the Colonial period, but sometimes are just local Chapels or a tent of palms leaves, no walls and just some chairs...in the reality, many times, if the students are a lot they have to bring a chair from home -and you can see these small babies carrying a small plastic chair, always colored in pink or blue :)-.
The villages are poor but really clean, the community has a soba -local administrator elected from the population- that has to take care of the community.
I saw few villages in bad condition and dirty, with rubbish everywhere but,of course, there are no facilities. Really often the access to water is not easy-if there is no wheel they have to go to the nearest river- and there is no electricity -some has street lamps and a community generator....but really few-.
Going around like this I found also an old village, where the house are from the Portuguese domination, that the driver said was the village of a tribe that has to move during the war because too well situated on the principal roads and so often object of violent act. Near the houses there is still a military-van, with a a gun on it and everything is invaded by vegetation. When we passed through it Veronica -my colleague- started to talk about the war.
I saw that it is easy that someone start to tell story about the civil war...there is a big scare in the Angolan society related to it.
Criminal and violent acts were so strong and the end is so closed that the people are still really linked with the past war. If we think that until 2002 the country was in war, we can see that many generation -also the newest- are linked with its memory.
As in many civil-ethnic war the acts of violence were often directed against unarmed and innocent tribes-community in a so nasty and cruel way that the memory has still a long life, and -i think-doesn't matter if the “development” is arrived and run fast...someone is still too linked with the past also if the process of national reconciliation,and the will of going on, are acting in a good way.
Even with these considerations, the travel continued through nice places to see and visiting small school where these wonderful children look at me as an incredible attraction – I discover that for every one here I'm “really white”- and the teachers are often not in the work place -he went to buy bread...she is sick..he is in the town...- until to end with a really nice surprise.
In fact we were transporting some persons, that had to arrive the city and where highjacking -common in Africa-, they were carrying fresh fish and other things to the local street market...and when we dropped them, they offer a fish and a sugar-can to thanks!!! :)







sabato 7 novembre 2009

To be Woman in Angola


The role of the woman in the Angolan society is really a big issue for me. As many friends told me it seems that from when I'm here, I'm more “feminist”.
It is not that before I was not taking care of the female-role in the communitarian context but here it is different!
In Europe I know my rights and that i have to be respected, and it is strange and rare that someone acts differently. Of course it depends also from the context -there is a difference between an university and a rural context- but, anyway, I have some expectations...high, i could say, also if I'm conscious that many times is just a formal -and not a real- way to treat women the one that our - “occidental”-society uses.
Anyway here is something completely different...there are not real women rights, or at least are not really respected...for example you can not register the born of a new child if you are not a men -the dad-...so, as I'll explain after, many child are not registered because the father often disappears.
The Angolan community is concerned by a fast developing process, thank to the oil and diamonds resources, but this process, as i have already said, doesn't include all the society and, most important, the women.
It is hard to change a strictly sexism mentality, where the woman has the role of mother, field worker and -most important- sexual object.
The sexual activity starts early and the absence of knowledge, and tools (condoms and other contraceptives), leads to a big number of young pregnant girls.
Many time the result is that the men doesn't assume the responsibility of the paternity, because it is not a real relationship but more a one shot game or just because this is the way of think, and many girls start to have child early, stopping their education process -if they are doing one-, starting to have a big responsibility -food and drugs cost a lot in Angola- without the husband help.
That's why, linked to economical problem and diseases, Angola has one of the biggest tax of infantile death -it is in first position following some statistic-... often the mother is not able to pay for basic drugs -as malaria drug and detecting test- and food.
The woman is, also, the one most affected by the civil war.
During it many men had still the possibility to move and study -also if many of them had first to escape from the militia that where collecting people to combat- while the women could not. That's why, now that I'm doing a family register, many women up to 30 have not any school formation (the illiterate tax is 70%, 59 % affect women).
After that it is also true that many men died during the war -there are 4-5 women for 1 man above 30/40-, and from the ones that came back many are just “survivors” with problem linked to the war experience -alcoholic, drug addicted,...-. In Angola one generation is “disappeared” thanks to the war, and the woman is one more time alone!
So the woman is often the chief of the house, with many children to feed and growth. The work in the “lavra” -field- is the first activity, and sometimes a small business linked to the sell of field products or small things (as coca-colas, small cakes, etc).
With that they have to menage a family with at least 4-5 children...hard to do, isn't?
lso in the developing process the women has not a real role, because the first local partner-mediator of foreign investors is always an Angolan male, so they can not take an advantage from it.
The existence of polygamy affects a lot the society, a man with many “wifes” makes women in competition between themselves and unable to be sure of the man help in the family menage.
The clear sexist behavior is, for me, the worst aspect. To be constantly approached as a possible sexual partner is hard for me, as for the local women. You are a “possible partner” for the simple worker up to the teachers, etc. And if I'm in the lucky position in which I can refuse myself for others is not so easy.
It is hard to understand and try to work on the male mentality but it is also hard to talk and discuss about that with the women that i daily met. They work, feed the family, cook...and many times, when they have an husband, he spends his times drinking, wasting money, that she earn, and using domestic violence...how can you help these women? I put in discussion all my mentality and knowledge, trying to find an useful approach.
Discussing also with other foreign workers here, always in the “development field”, I learned that any example of woman emancipation could be useful for them. From learn to say “no” to a sexual approach until “no” to your colleagues, that ask you,always, to cook and dish wash for them, also if you are in the same work position.
I think, and I hope not just me, that the society development pass through the woman development...and the Angolan woman is just starting to move out of a difficult situation.

domenica 25 ottobre 2009

Angola and its contraddictions /Angola e le sue contraddizioni (Engl./Ital.)



English (down for italian )

It is not so many time that I'm in Angola and already many things catch my attention, first of all the fact that after just 7 years from the end of the civil war the democratization process leaded to the development and also to the “hard” capitalism.
If this process is made in the meaning to create more internal stability and better relationship with the international community is working but it looks contradictory if related to the local population.
It is positive because starts a campaign to get rid of the landmine; a disarm program, a process to increase the alphabetisation, a reconstruction process and a better health system (more or less because the best hospital are private!!); it is negative because increase the corruption in all the administrative -an not only- levels, the division between rich and poor and the “spoliation system” of natural resources to benefit administrative and politic clerks and the international community.
The willing of the government of increase the foreign investment, and have better relationship with foreign countries, leads to contracts with Europeans (Italian, French, Portuguese) or not-Europeans (Chine, American,..) companies that are allowed to use imported stock and workers...it means that while the country is concerned by a reconstruction process the biggest benefit doesn't go to local workers or sellers but to not-Angolan enterprises/workers. They
could say that the local workers are not trained -that it is true- but I think that the most important explanation is that it is easiest and cheapest to import workers instead of spending time and money in training local workers, and so producing local development.
Power of the globalization!!
This process of “foreign invasion” causes also an high increase of prices, impossible to catch up for the local workers -and the poor volunteers as I am-, and an increase of the corruption policy, even if the government made a plane to reduce it.
The idea of State and social responsibility seems to be postponed to a sort of “amoral familism” -where the family is an entity bigger that what we consider it-, not allowing a real development of a big part of the society, the one that has not possibility from the beginning.
A simple example of how the capitalism is leading Angola, and Africa, into a deep hole is the rubbish issue.
Before there wasn't rubbish-not-recyclable, every thing was natural of course, now with the power of the publicity and international companies (as coca-cola,...) the country is full of baggage and tins that are just throw out in the street or in holes in the land that after, when filled up, will be covered with soil, not considering that the rubbish is not biodegradable or that rats and other animals might be attracted by it.
In Luanda, the capital, is starting a process of rubbish collection but the idea of it has to be settled in the minds, and it is not easy...we can just remember as until now it is an hard issue in many European countries (as in Italy!!).
An other effect of the globalization is that a country that base is exportation (2nd country in Africa for exportation of crude after Nigeria) on the crude oil, has not structure to transform it and has problem of distribution of gasoline to the local population, that has to make lines of hours to get it or to buy at the black market.
Unknown is also the natural impact, for example in one area of extraction the coconut trees are dying without explanation, reducing the alimentary possibility of the local population (ex. In Mangue Grande, Zaire Region, North west of Angola). Is it linked with the extraction and factory of collecting and transport of crude?
The ecological impact is so unknown, big infrastructure are build but the externalities are not calculated and the local advice is not perceived by the “high level”. It is why, for example, many local persons say that the big high way, that Chinese companies are building, to link Luanda with the north will be ruined by the first rain season after it will be ended, because the soil putted to sustain asphalt is not good.
It seems to me that the development is leading the unconscious country on the same way of many East-Europe countries. As we are wondering from so long times, it is still open the question about which is the real result of the capitalism and open market system and also where they can lead a country, and a population, if uncontrolled and just based of the profit of someone -politics or companies- that is not doing the social and public interest.


Italiano
E' poco tempo che sto qui in Angola e molte cose mi hanno colpito, ma soprattutto come in soli 7 anni dalla fine della guerra civile, seguita a quella per l'indipendenza, il processo di democratizzazione sembra che abbia portato, da un lato, allo sviluppo, dall'altro, al capitalismo feroce.
Se il processo sembra giovare alla stabilità interna e alle relazioni internazionali del Paese, l'impatto con la popolazione locale è bivalente.
Positivo : processo di sminamento, programma di disarmo della popolazione civile, processo di pacificazione nazionale, aumento dell'alfabetizzazione, ricostruzione, aumento della sanità, etc.

Negativo: aumento del processo di corruzione, aumento del divario tra ricchi e poveri, aumento dei prezzi, sfruttamento delle risorse nazionali con poco vantaggio locale e molto per i ceti alti e di controllo e la comunità internazionale.
La volontà del governo di avere visibilità a livello internazionale, e di attirare investimenti esteri, conduce spesso a contratti con compagnie straniere che importano materiali e manodopera dall'estero, riducendo quindi il vantaggio economico locale e la disponibilità di posti di lavoro. Compagnie europee (italiane, francesi, portoghesi,...) e internazionali (molte delle quali cinesi) fanno si che i prezzi di generi di primo consumo aumentino a dismisura, e siano di difficile acquisto per la gente locale – e i poveri volontari come me-, e che aumenti anche la corruzione, anche se il governo si è impegnato a ridurla, a tutti i livelli, soprattutto a quelli medio-bassi -ad alti livelli già esisteva-.
Il senso dello stato – con una famiglia molto più ampia di quella da noi concepita- e il senso del dovere civile o sociale viene sostituito da familismo amorale, nel quale l'elemento maschile gioca il ruolo predominate.
Un esempio stupido di come il capitalismo ed il commercio internazionale -non controllati e forse anche se fossero controllati- stiano rovinando l'Angola, e l'Africa, ci viene dato dal fatto che nonostante l'aumento di fattori inquinanti (imballaggi, lattine,...) non si sia ancora riusciti a trovare una valida alternativa al classico buco nel terreno dove l'immondizia viene gettata e che una volta pieno viene ricoperto di terra. Elemento che, fatto vicino alle case, porta ratti e malattie, soprattutto quando per caso va ad inquinare le falde acquifere.
In Luanda si tenta ora di attuare un processo di raccolta ma il problema oltre che logistico è “mentale”, va spiegato e fatto accettare alla popolazione che non è corretto gettare le cose per strada o interrarle.
Tutto ciò richiede tempo per essere assimilato -ancora non è stato ben compreso in Italia!!- ma è necessario per ridurre un impatto che potrebbe essere pagato caro dalle nuove generazioni angolane e africane, già gravate da molti pesi.
Altro fattore sconvolgente è il fatto che un paese che ha il 90% delle sue esportazioni basate sul petrolio (secondo esportatore dopo la Nigeria) non disponga facilmente di benzina, e i suoi abitanti debbano fare la fila per ora qualche giorno della settimana davanti al benzinaio o ricorrere al mercato nero. Il greggio viene estratto ovunque e poi esportato, raffinato all'estero e addio, non torna più se non con difficoltà e a caro prezzo.
E' osceno come questi paesi non si siano ancora riusciti a liberare dal giogo di grandi compagnie petrolifere che infioccano di dollari i politici e fanno il loro comodo della maggiore risorsa nazionale di alcuni paesi come Angola, Nigeria,etc.
L'inquinamento e l'impatto ecologico che l'estrazione comporta non sono ancora calcolati, attualmente nella costa nord-ovest del paese (Mangue Grande, etc- Regione Zaire-) tutti le palme da cocco stanno morendo senza speranza e così sembra che stia accadendo anche ad altri alberi locali, e questa è proprio una della zone di estrazione del petrolio in Angola, può che essere che sia legato..può essere che non, ma certo il dubbio resta molto grande...anche perché, chiaramente, qui è molto facile sottrarsi a norme di sicurezza e norme sull'ambiente.
Anche le grandi costruzioni moderne non si curano molto dell'impatto locale, ed opere come la grande strada che deve portare da Luanda a tutti i centri nevralgici del nord del Paese sembra essere un immensa spianata di terra rossa, in futuro da ricoprire con asfalto, che viene aperto a suon di ruspe da una partnership cinese. L'asfalto avrà come base un letto di terriccio e arena che i locali dicono non reggerà mai e poi mai, nonostante l'asfalto, alle piogge torrenziali della stagione estiva – questa da ottobre a febbraio, stag. Delle piogge- ..oltre al fatto che per mettere questa terra si siano aperte cave e si stia sottraendo terreno in altri luoghi...insomma anche questa un partita tutta aperta.
Cosa comporti lo sviluppo -non controllato e ponderato- è del resto una domanda che ci stiamo oramai ponendo da tempo anche in Europa con riferimento a noi stessi, la soluzione al dilemma tarda a venire.

(In the picture/Nella foto: Tombocu, Home-made brick-owen, Forno per mattoni)

giovedì 15 ottobre 2009

Arriving in Soyo (north west of Angola)

Here i'm, finally, in Soyo (Zaire region)...the place where i'll work for 6 months.
The travel was crazy, being early in Luanda airport i missed the flight bcs here you don't have screan or something like this, and it is ok, you expect that..but also there is just a person that in front of the door, where the bus is waiting, calls:soyo soyo, like this.
So the flight went without me but with my baggage...good way to start my day.
Ok don't worry, i start to talk with the person in charge of the flight, that said me:"Yes Madam i saw that you were not ther but"...But what???Did you look for the missing persons?? No, iIdidn't lost my self control i was just near to start to cry..and maybe for that the man decided to help me and other 2 persons like me...and just dais ok you wait the next flight, make again the check in and came back and take the flight...i made again tha battle to arrive in the check in desk but before,of course, i had to pass the secutiry control in the opposite way, and to explain why a stupid white girl lost here easy-to-catch-flight for Soyo...ok,i did all that and also the security control to came in again.
After that i wait the flight 3 hours more, and 1 more again bcs it was in late...after that i went in this survival-internal-flight and i started to pray that the airscrews will not follow down...and they didn't, wow!!
After 1 hour we arrived,i know that the flight should make 2 destinations but mine was first in the direction to the North..but not!! They dropped us in CABINDA(angolan exclave in RDG)...wow..So "Now you go out and you take one fligth for soyo"...my god, we were so scared,looking at this organisation, we not coul imagine when the first flight could be ready.
We -me and other angolans and "europeans"- waited 30 minuts and after came a man...ok f"ligthfor Soyo"..and we start to be in line..."Just 12 persons"...and we started to fight as sheep to pass between the half door open and the man that was counting just 12 people...I was in side-good to be woman and white sometime- ready fort the 12-place-2airscrew-fly with 2-white-american-redhair-raybansunglasses-pilots that drive us to soyo...just in time for lunch.

I met there my fantastic project leader, Lina, and we recuperate my suitcase -wonderful it was perfect, in the same situation in italy i could have back just the backpack empty!!- and after we went to lunch in an chinese enterprise (Lina is chinese)that works in soyo with jkust chines-workers...a wonderful part of China in Angola..that is really amazing, i though, while i was eating original chinese food(chines food for chines persons) for the first time in my life.

lunedì 12 ottobre 2009

il pozzo - the wheel (it.- engl.)


Come si fa a tirar su l'acqua dal pozzo??
Sembra facile, in linea di massima ci si presenta davanti l'immagine di un pozzo,carino e con fiori, e una corda -magari magari anche un argano- e un secchio...tu lo butti giù e lo tiri su pieno.
Sì,l'idilliaca immagine -magari con tanto di dolce donzella con fazzoletto in testa e gonnellone a fiori- è quella...ma la verità è ben diversa.
Tu butti giù il secchio -di plastica- con la corda, fai attenzione a non cadere nel pozzo-cisterna, e vedi che il dannatissimo secchio oscilla gentilmente sull'acqua senza riempirsi...allora giochi di polso per farlo andar giù ma niente, lui,sempre beato, continua ad oscillare sull'acqua,si inclina un pò e si riempie per due centimentri neanche.
Beh è la prima volta,no?!Proviamo ancora,tiri su,contenta della tua acqua e riempi un pò l'altro secchio.E poi tenti di nuovo...ma di nuovo niente. Ci deve essere un trucco, ne sono sicura, ma quale è??
Ho provato a pescare l'acqua, tipo rete a strascico, il risultato migliora ma non vado oltre ai 4 centimetri. Mi sono data per vinta e sono tornata al mio pc, che so -più o meno!!-come funziona.
Col tempo forse imparerò meglio :)

How can you get water from a wheel?
In the occidental idea, from who has seen a wheel in the movies or in a museum :P, you throw the bucket in the water and -hop, magically- it cames back full of water...but IT IS NOT LIKE THIS!!! There is no nice youngh woman with long skirt and singing happy taking water from a wheel....there is ME, almost inside the wheel, sweating and thinking the right way to do a simple thing.
I tryed to pick up water but me best result was 4 centimeters. I decided that me and the bucket we have some problem of relationship -maybe it is a cultural gap??- because i asked it to go INTO the water and came back full BUT it decided to float ON the water, peacefully!!
I desisted and come back to my laptop, that i know -more or less- as it works.

Displaced persons from Congo to North Angola

Caused by a politico-diplomatic problem between the Democratic Republic of Congo (ex Zaire) and the Republic of Angola, the RDC is expulsing about 16000 angolans living in the border areas of Congo for more than 20 years.
From a day to another, the Congo's pushed the population out of its houses and out of the country.
The persons had to leave without the possibility of carring so many things and take care of their houses and animals. The movement of persons started to arrive in the north of Angola some days ago. The question will be a new humanitarian emergency unknowed to the international community but helped by the local organisations (caritas has already started to work).
Movement of persons will concern also the area in which I'll work from wensday.
Let's see what happen.


Article from the "Jornal de Angola" of 11-10-09 (portuguis language):


Angolanos expulsos passam dos 16 mil
Víctor Mayala | Luvo -
 
 O número de angolanos expulsos da RDC a partir dos postos fronteiriços da província do Zaire ultrapassou os 16 mil, segundo fonte da Angop. A região do Luvo, com mais de 10 mil, é a que regista a maior concentração de cidadãos nacionais que viviam no país vizinho.
São famílias inteiras que regressam com os bens que puderam transportar com as próprias mãos. Muitas delas viviam na RDC há mais de 30 anos, e agora são recebidas pelas autoridades do Luvo, que as encaminham para os centros de acolhimento, no posto fronteiriço local, e para a aldeia “Mamã Rosa”, onde o Ministério da Assistência e Reinserção Social criou condições logísticas e de habitabilidade.
Cidadãos ouvidos pela nossa equipa de reportagem relatam que nas zonas em que viviam, a própria polícia congolesa desencadeou uma recolha de casa em casa, sem que lhes fosse dado tempo de levar os seus haveres.
Alberto Simão, de 56 anos de idade e natural da Caála, província do Huambo, conta que o responsável da comuna de Songolola, região de Baixo Congo, deu 24 horas para que todos os angolanos ali residentes regressassem ao seu país de origem. “Não fui a tempo de recolher todas as minhas coisas, apenas arrumei algumas roupas, porque não podia levar muito peso, porque vim a pé de Matadi até à fronteira do Luvo”, conta.
Lando Pedro, também expulsa, mãe de dois filhos, um com apenas seis meses, lembra as peripécias por que passaram durante os dois dias de caminhada até atingirem a fronteira do Luvo, sem dinheiro para poder comprar alimentação. “Fomos vaiados nos bairros congoleses por onde passamos. Muitos congoleses proprietários de viaturas, não aceitavam que os seus carros nos transportassem”, relata sem esconder a tristeza.
Entretanto, algumas instituições religiosas vão se mobilizando para acudir as populações em dificuldade. O padre André Justino Futy, da Caritas de Angola, e o pastor Gaspar Quicuambi, da Igreja Universal do Reino de Deus, deslocaram-se ao Luvo para entregar produtos alimentares


domenica 11 ottobre 2009

First impression on Angola



Here I'm in Angola, after a long period in UK for my Development program finally i can start this experience of volunteer work in a project that fights malaria.
I arrived yesterday, early in the morning.
The city of Luanda is a surprise, of the 15-16(some database says 19) millions of Angolans, 8 leave in Luanda, the capital.
Arriving in the night you can see the lights of some big building (a stadium, i discover) and a lot of small small lights, as a cemetery, or a chaotic and massive amount of candles. Instead it is Luanda...as i discover with the day light, a big amount of small houses -??- one next to the other, with small soil street. The poor part is in contrast with the new and rich town, big street in concrete, big houses -unbelievable but some are build as “chalet” of Switzerland- and a lot of new buildings and structures that will host the football teams for the African coup 2010.
Today I had a tour in the city by car (i was coming back again from the airport) and the driver took inside the slums...red soil everywhere, a big “river” at the border of the street, where people wash things and throw inside water, and i think also “toilet waste”.
Some small business, a lot of “electric generator” shops -no electricity-, many “car repairs” and street food sellers (water, fruits and sometimes also barbecue meat).
It was nice to go inside the town also if the fear of being stopped and hijacked was always there -actually they said that happens in the night and in the smaller streets-.
I'm hosted in the ADPP headquarters in Ramiro (near Luanda),along the cost and just in front of t"o saco de flamingos” (the bay of flamingo – a kind of bird-)...where the ocean came inside the land and the migration birds stop for the reproduction and to rest.
A wonderful place where the bird watching is really easy to do.
The bay is full of crabs that dig holes in the sand making a strange nice effect.
Everywhere there are enormous, but really, enormous baobab (embondeiro in the local language), with not so many leaves but still some fruits.
They look likes houses, with a big base and small naked branches. The fruit is big and heavy, so big that could be dangerous if happens to fallow on your head (but i don't know if someone stop under the baobab :P ) and when they are dry you can use the internal part to make a sort of juice or ice cream (i don't know the exact process but I'll learn more with the time).
The weather is not so hot, because the rain season is coming...but i hope it could keep not raining a little bit,I'm just arrived!!



It is difficult to explain this place, i have just a positive first impression, full of things that i see. With the time I'll be able to give a better idea of Angola. :)

(In the pictures: first sunset in the flamingo's bay, second: baobab tree)