English (down for italian )
It is not so many time that I'm in Angola and already many things catch my attention, first of all the fact that after just 7 years from the end of the civil war the democratization process leaded to the development and also to the “hard” capitalism.
If this process is made in the meaning to create more internal stability and better relationship with the international community is working but it looks contradictory if related to the local population.
It is positive because starts a campaign to get rid of the landmine; a disarm program, a process to increase the alphabetisation, a reconstruction process and a better health system (more or less because the best hospital are private!!); it is negative because increase the corruption in all the administrative -an not only- levels, the division between rich and poor and the “spoliation system” of natural resources to benefit administrative and politic clerks and the international community.
The willing of the government of increase the foreign investment, and have better relationship with foreign countries, leads to contracts with Europeans (Italian, French, Portuguese) or not-Europeans (Chine, American,..) companies that are allowed to use imported stock and workers...it means that while the country is concerned by a reconstruction process the biggest benefit doesn't go to local workers or sellers but to not-Angolan enterprises/workers. They
could say that the local workers are not trained -that it is true- but I think that the most important explanation is that it is easiest and cheapest to import workers instead of spending time and money in training local workers, and so producing local development.
Power of the globalization!!
This process of “foreign invasion” causes also an high increase of prices, impossible to catch up for the local workers -and the poor volunteers as I am-, and an increase of the corruption policy, even if the government made a plane to reduce it.
The idea of State and social responsibility seems to be postponed to a sort of “amoral familism” -where the family is an entity bigger that what we consider it-, not allowing a real development of a big part of the society, the one that has not possibility from the beginning.
A simple example of how the capitalism is leading Angola, and Africa, into a deep hole is the rubbish issue.
Before there wasn't rubbish-not-recyclable, every thing was natural of course, now with the power of the publicity and international companies (as coca-cola,...) the country is full of baggage and tins that are just throw out in the street or in holes in the land that after, when filled up, will be covered with soil, not considering that the rubbish is not biodegradable or that rats and other animals might be attracted by it.
In Luanda, the capital, is starting a process of rubbish collection but the idea of it has to be settled in the minds, and it is not easy...we can just remember as until now it is an hard issue in many European countries (as in Italy!!).
An other effect of the globalization is that a country that base is exportation (2nd country in Africa for exportation of crude after Nigeria) on the crude oil, has not structure to transform it and has problem of distribution of gasoline to the local population, that has to make lines of hours to get it or to buy at the black market.
Unknown is also the natural impact, for example in one area of extraction the coconut trees are dying without explanation, reducing the alimentary possibility of the local population (ex. In Mangue Grande, Zaire Region, North west of Angola). Is it linked with the extraction and factory of collecting and transport of crude?
The ecological impact is so unknown, big infrastructure are build but the externalities are not calculated and the local advice is not perceived by the “high level”. It is why, for example, many local persons say that the big high way, that Chinese companies are building, to link Luanda with the north will be ruined by the first rain season after it will be ended, because the soil putted to sustain asphalt is not good.
It seems to me that the development is leading the unconscious country on the same way of many East-Europe countries. As we are wondering from so long times, it is still open the question about which is the real result of the capitalism and open market system and also where they can lead a country, and a population, if uncontrolled and just based of the profit of someone -politics or companies- that is not doing the social and public interest.
Italiano
E' poco tempo che sto qui in Angola e molte cose mi hanno colpito, ma soprattutto come in soli 7 anni dalla fine della guerra civile, seguita a quella per l'indipendenza, il processo di democratizzazione sembra che abbia portato, da un lato, allo sviluppo, dall'altro, al capitalismo feroce.
Se il processo sembra giovare alla stabilità interna e alle relazioni internazionali del Paese, l'impatto con la popolazione locale è bivalente.
Positivo : processo di sminamento, programma di disarmo della popolazione civile, processo di pacificazione nazionale, aumento dell'alfabetizzazione, ricostruzione, aumento della sanità, etc.
Negativo: aumento del processo di corruzione, aumento del divario tra ricchi e poveri, aumento dei prezzi, sfruttamento delle risorse nazionali con poco vantaggio locale e molto per i ceti alti e di controllo e la comunità internazionale.
La volontà del governo di avere visibilità a livello internazionale, e di attirare investimenti esteri, conduce spesso a contratti con compagnie straniere che importano materiali e manodopera dall'estero, riducendo quindi il vantaggio economico locale e la disponibilità di posti di lavoro. Compagnie europee (italiane, francesi, portoghesi,...) e internazionali (molte delle quali cinesi) fanno si che i prezzi di generi di primo consumo aumentino a dismisura, e siano di difficile acquisto per la gente locale – e i poveri volontari come me-, e che aumenti anche la corruzione, anche se il governo si è impegnato a ridurla, a tutti i livelli, soprattutto a quelli medio-bassi -ad alti livelli già esisteva-.
Il senso dello stato – con una famiglia molto più ampia di quella da noi concepita- e il senso del dovere civile o sociale viene sostituito da familismo amorale, nel quale l'elemento maschile gioca il ruolo predominate.
Un esempio stupido di come il capitalismo ed il commercio internazionale -non controllati e forse anche se fossero controllati- stiano rovinando l'Angola, e l'Africa, ci viene dato dal fatto che nonostante l'aumento di fattori inquinanti (imballaggi, lattine,...) non si sia ancora riusciti a trovare una valida alternativa al classico buco nel terreno dove l'immondizia viene gettata e che una volta pieno viene ricoperto di terra. Elemento che, fatto vicino alle case, porta ratti e malattie, soprattutto quando per caso va ad inquinare le falde acquifere.
In Luanda si tenta ora di attuare un processo di raccolta ma il problema oltre che logistico è “mentale”, va spiegato e fatto accettare alla popolazione che non è corretto gettare le cose per strada o interrarle.
Tutto ciò richiede tempo per essere assimilato -ancora non è stato ben compreso in Italia!!- ma è necessario per ridurre un impatto che potrebbe essere pagato caro dalle nuove generazioni angolane e africane, già gravate da molti pesi.
Altro fattore sconvolgente è il fatto che un paese che ha il 90% delle sue esportazioni basate sul petrolio (secondo esportatore dopo la Nigeria) non disponga facilmente di benzina, e i suoi abitanti debbano fare la fila per ora qualche giorno della settimana davanti al benzinaio o ricorrere al mercato nero. Il greggio viene estratto ovunque e poi esportato, raffinato all'estero e addio, non torna più se non con difficoltà e a caro prezzo.
E' osceno come questi paesi non si siano ancora riusciti a liberare dal giogo di grandi compagnie petrolifere che infioccano di dollari i politici e fanno il loro comodo della maggiore risorsa nazionale di alcuni paesi come Angola, Nigeria,etc.
L'inquinamento e l'impatto ecologico che l'estrazione comporta non sono ancora calcolati, attualmente nella costa nord-ovest del paese (Mangue Grande, etc- Regione Zaire-) tutti le palme da cocco stanno morendo senza speranza e così sembra che stia accadendo anche ad altri alberi locali, e questa è proprio una della zone di estrazione del petrolio in Angola, può che essere che sia legato..può essere che non, ma certo il dubbio resta molto grande...anche perché, chiaramente, qui è molto facile sottrarsi a norme di sicurezza e norme sull'ambiente.
Anche le grandi costruzioni moderne non si curano molto dell'impatto locale, ed opere come la grande strada che deve portare da Luanda a tutti i centri nevralgici del nord del Paese sembra essere un immensa spianata di terra rossa, in futuro da ricoprire con asfalto, che viene aperto a suon di ruspe da una partnership cinese. L'asfalto avrà come base un letto di terriccio e arena che i locali dicono non reggerà mai e poi mai, nonostante l'asfalto, alle piogge torrenziali della stagione estiva – questa da ottobre a febbraio, stag. Delle piogge- ..oltre al fatto che per mettere questa terra si siano aperte cave e si stia sottraendo terreno in altri luoghi...insomma anche questa un partita tutta aperta.
Cosa comporti lo sviluppo -non controllato e ponderato- è del resto una domanda che ci stiamo oramai ponendo da tempo anche in Europa con riferimento a noi stessi, la soluzione al dilemma tarda a venire.
(In the picture/Nella foto: Tombocu, Home-made brick-owen, Forno per mattoni)
Nice text, Rosa! Even before reading it I was already in agreement of all the content! :) But it was also great to see someone else speaking about a subject that I like so much, "the other side of globalization".
RispondiEliminaThanks for sharing your views and thoughts.
Beijos.